Aloe negli integratori alimentari? L’UE dice no. Quando “naturale” non fa rima con salute

 

Quante volte avete sentito pronunciare la frase: “Non fa male: è naturale!”. Ecco a tal proposito ci sarebbe da interpellare Socrate, ma per motivi squisitamente temporali non ci è dato farlo. Cominceremo quindi col dire che non sempre ciò che è naturale fa bene, e a puntare inaspettatamente il dito contro la più gettonata fra le “piante officinali” è l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare):

Alcune sostanze appartenenti a un gruppo di ingredienti vegetali noti come derivati ​​dell’idrossiantracene possono danneggiare il DNA ed eventualmente causare il cancro, dopo averne valutato la sicurezza quando vengono aggiunte agli alimenti. Il gruppo di sostanze si trova naturalmente in piante come alcune specie di aloe e di senna.

Sulla base dei dati disponibili, l’EFSA conclude oggi che alcuni derivati dell’idrossiantracene sono genotossici (possono, cioè, danneggiare il DNA). Pertanto non è stato possibile stabilire un limite di sicurezza giornaliero. Inoltre, in studi condotti su animali, alcune di queste sostanze hanno mostrato di provocare cancro all’intestino. Vedi: https://www.efsa.europa.eu

Di “effetti genotossici” si parla anche nel provvedimento della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea entrato in vigore l’8 aprile 2021, nel quale viene formalizzato il divieto di commercializzare alimenti (e integratori alimentari) contenenti una famiglia di molecole chiamate idrossiantraceni. Vedi: https://eur-lex.europa.eu

Ci si potrebbe stupire se solo non fosse che questi studi affondano le loro radici nel 2013, quando la Commissione Europea chiede all’EFSA un parere sugli integratori alimentari contenenti idrossiantracene, atti a migliorare la funzionalità intestinale.

La risposta, probabilmente anche al tormentone di Pintus, arriva nel 2017 e stabilisce che i derivati degli idrossiantraceni contenuti nell’aloe e in altre piante come la senna o la cascara sono genotossici e possono essere cancerogeni. Vedi: https://efsa.onlinelibrary.wiley.com

Questo vuol dire che non dobbiamo più utilizzare l’aloe? Non esattamente. Questo  vuol dire che:

  • alcune sostanze ad azione purgante della foglia intera sono potenzialmente cancerogene;
  • I prodotti a base di aloe per uso esterno non sono interessati dal provvedimento, in quanto l’azione genotossica avverrebbe solo per ingestione;
  • L’assunzione degli integratori, anche naturali, va sempre preventivamente sottoposta al parere del proprio medico curante;
  • I gel alimentari a base di aloe non sono tutti uguali e la presenza irrisoria o cospicua di idrossiantraceni dipende in buona parte dall’estrazione;
  • Come avviene per i farmaci, i prodotti naturali possono procurare benefici o effetti collaterali.

di Marina Carrera


 

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